domenica 11 dicembre 2016

Il mulino sulla Floss - George Eliot #consiglidilettura



Confesso che il mio primo e personale approccio a George Eliot non è stato dei migliori.
Due mesi fa ho letto "Romola" che non è di certo il suo romanzo più famoso; lo acquistai un anno fa perché a seguito di alcune ricerche che stavo effettuando per la mia tesi triennale, venni a conoscenza del fatto che Piero di Cosimo, protagonista del mio elaborato e del mio studio, era stato utilizzato come personaggio in quest'opera, ambientata nella Firenze del '400. Incuriosita, dunque, decisi di comprarlo; il punto è che, molto a malincuore, non mi è piaciuto poi tanto come libro: innanzitutto è reperibile in un'unica edizione italiana, che a mio avviso ha svolto davvero un pessimo lavoro (per intenderci, molti errori di battitura e numerose ripetizioni di intere pagine), ma al di fuori di questo credo che sia una sorta di esperimento della Eliot, non mal riuscito di certo (visto e considerato, tra l'altro, il lavoro certosino svolto dall'autrice che, ad onor del vero, è impeccabile nel restituirci una visione della Firenze dell'epoca quanto più verosimile possibile, frutto di faticose ricerche svolte in loco), ma che non vede sfruttate al massimo le sue notevoli capacità letterarie.
Perciò non vedevo l'ora di leggere "Il mulino sulla Floss" per ricredermi, o quanto meno far scoccare l'imprinting che istintivamente ho sempre avvertito nei riguardi di questa scrittrice, tanto da acquistare preventivamente tre dei suoi libri, senza averne letto inizialmente alcuno.
Beh, il mio istinto non si era sbagliato!
Questa è la storia di Maggie Tulliver, bambina piena di vita e caratterizzata da una pura e libera fantasia; una bambina che fin da subito si capisce esser nata con un forte desiderio di indipendenza; capace di provare tanto amore e, nel contempo, capace di desiderarne altrettanto per se; spirito libero e brillante, in lotta con la società del tempo.
C'è tutto in questo romanzo, di cui non racconterò la storia perché sarebbe sciocco togliere così il gusto della lettura a chi, forse, invogliato dalle mie modestissime parole si deciderà a leggerlo; c'è ogni tipo di amore e di sofferenza; c'è lo spaccato sulla vita e la mentalità della campagna inglese di primo Ottocento; c'è femminismo.
Si, una sorta di "proto-femminismo" se così si può dire; una bambina, poi giovane donna che vede pian piano stroncati tutti i suoi sogni, tutti i suoi ideali e le sue fantasie; una donna che ben presto dovrà rinunciare a tutto questo e che dunque inevitabilmente soccomberà al di sotto delle convinzioni del tempo, perché non ancora così forte per potervi far fronte. Ed è stata molto dura, per me, leggere di come Maggie abbia man mano rinunciato a tutto nonostante la forza e la caparbietà che l'avevano contraddistinta fin da bambina.
Come spesso mi accade durante una lettura, cerco di immedesimarmi subito con qualche personaggio del racconto e questa volta non è stato affatto difficile. Il tremendo conflitto che attanaglia la protagonista; essere terrorizzata dal seguire il proprio cuore e i propri desideri, per quanto possano essere colmi di sicurezze o meno, per paura di ferire chi la circonda; vivere con il costante peso di star trascinando la propria vita a fatica, solo perché ormai così "deve andare", solo perché ormai così si è deciso e gli altri hanno accettato; vivere con l'eterna speranza che quel qualcuno di più coraggioso, per una sola volta, per quell'unica volta in cui proprio a lei manca la forza necessaria, prenda in mano le redini del suo destino e la salvi.
Ma la salvezza si è presentata a Maggie sotto una forma totalmente diversa, più dura ed immediata, ma forse l'unica possibile per fuggire a così tanto dolore.
Forse in quest'ultima parte risulterò alquanto criptica, ma non mi riesce diversamente di scrivere di questo romanzo.
Per quanto riguarda la prosa, volendo dunque abbandonare argomenti particolarmente toccanti per me, l'ho trovata davvero piacevole; leggere George Eliot è un po' come leggere un ibrido tra Jane Austen ed una delle sorelle Bronte, vi si ritrova la stessa forma classica della prima, e la stessa capacità di accattivare il lettore senza mai esser banale delle seconde.
Ovviamente è una lettura straconsigliata, a cui come sempre allego il film che ne è stato tratto. Del 1997, con una sempre piacevole Emily Watson; non al pari del libro, sia chiaro, ma comunque molto bello e con un'altrettanto bella colonna sonora, a cui io faccio sempre molto caso.



2 commenti:

  1. E ora che ho l'edizione bella - la tua è più bella, devo confessarlo - mi ci devo presto buttare a capofitto! Straordinari questi personaggi femminili!

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    1. E' bella anche la tua ciccia <3 comunque non vedo l'ora che lo leggi per conoscere la tua opinione!

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